L’arte di viaggiare
E’ passato molto tempo da quando, agli inizi degli anni ’80, i confini dell’Indocina si fermavano in Thailandia, l’unico paese che i turisti potevano raggiungere senza difficoltà. Chi voleva avventurarsi in Vietnam, Laos e Cambogia doveva rivolgersi all’unico operatore turistico italiano, la GOING di Torino, che aveva stipulato degli accordi con gli enti di stato Vietnamtourism, Laotourism e Phnompenhtourism. Anche solo per ottenere il visto, non c’erano alternative.
Da molti anni ormai in questi paesi, come in Thailandia, sono scomparsi gli enti di stato, trionfa l’economia di mercato e si sono moltiplicate le agenzie turistiche. Chiunque può mettersi in testa il cappello con la scritta “operatore turistico” o “agenzia di viaggi”. Internet, poi, consente di presentarsi con poca spesa sul mercato internazionale e, come si dice oggi, “autorefenziarsi” (perdonate questo brutto neologismo). Se il messaggio è accattivante, anche se non si hanno possibilità di riscontro, è facile credere a ciò che si legge.
Poi, arrivando sul posto, si scopre che l’albergo non è quella deliziosa oasi che compariva nelle foto, che il pullman è poco più che una vecchia corriera, che la guida sa dire “buongiorno” ma oltre non sa andare nel suo balbettante italiano, che il “ristorante tipico” è un self-service che offre scadente cucina cinese, e altre sorprese di questo genere. Il viaggio diventa così una frustrante e quasi dolorosa vicissitudine.
La nostra esperienza, di persone che da anni vivono e lavorano in questi paesi, ci dice, quindi, che occorre essere molto cauti di fronte alle fumose offerte di chi propone sedicenti vacanze “alternative” e mette in vendita pacchetti di viaggio a prezzi stracciati. Nulla, infatti, è mai regalato, neppure in Indocina e come dicevano i nostri vecchi “non si fanno le nozze con i fichi secchi”.
Il viaggio è un investimento di denaro e di tempo. Il denaro è prezioso, ma oggi, forse, il tempo è diventato ancora più prezioso. I soldi, anche se sprecati, possono poi essere nuovamente guadagnati, ma il tempo, quando lo si è perso, non si può più recuperarlo. Bisogna quindi rendere redditizio questo investimento riducendo i margini di rischio, diffidando del “sentito dire” e pretendendo professionalità e affidabilità, come avete fatto voi che siete venuti nei paesi d’Indocina rivolgendovi ai migliori Tour Operator italiani e che, quindi, siete affidabili testimoni per raccontare cosa e, soprattutto, come andare a scavare nel passato e nel presente di questi paesi. Il “come” è importante quanto il “cosa”, se non di più, perché anche il luogo più affascinante può diventare odioso se lo si visita in condizioni di disagio per le manchevolezze e carenze dei servizi.
Anche viaggiare è un’arte.